Roma- SIAB, incontro del 21.10.19
Dott.ssa Piera Sacchi
In data 21 ottobre 2019 si è svolta presso la sede S.I.A.B. una conferenza sul tema “Voce e risonanza” a cura della dott.ssa Piera Sacchi. La dottoressa, psicoterapeuta in analisi bioenergetica e appassionata di canto lirico ed opera, propone riflessioni teoriche ed esperienziali per facilitare il pieno uso della voce e permettere così una maggior capacità di radicamento utilizzando il corpo come strumento musicale e cassa di risonanza.
Tema fondante sarà la prima impronta che si stabilisce nella nostra voce fin dal concepimento, impronta che sarà quella che ogni persona si porterà dietro per tutta la vita.
L’ analisi bioenergetica è una psicoterapia somatico-relazione centrata sull’analisi del profondo dei processi corporei. Interviene a tre livelli: corporeo, emozionale e mentale.
La persona, in tale approccio, è considerata un essere unitario e quindi ciò che avviene nella mente avviene anche nel corpo.
Ogni individuo struttura nell’infanzia un sistema di sopravvivenza che rappresenta un compromesso con l’ambiente. Da questo deriverà il carattere che è un sistema di contrazioni croniche non consapevoli che si creano per vivere. Tali contrazioni durano per tutta la vita poiché collegate al respiro e funzionali al raggiungimento di obiettivi o di ciò che si pensa essere tali.
Il cambiamento profondo che si vuole ottenere in terapia è la “resa al corpo”: comprendere, cioè, ciò che è realmente il nostro corpo e non ciò che pensiamo che dovrebbe essere. Durante la terapia si focalizzerà l’attenzione, quindi, sul sentire tutte le tensioni muscolari, dalla testa ai piedi, cercando di capire la loro storia e anche la funzione che tali contrazioni croniche hanno nel momento attuale della nostra viva. E’ importante imparare a fidarsi delle sensazioni del corpo smettendola di reagire e passare ad ESSERE: essere quelli che si è realmente.
In questo processo di cura la voce ha una funzione essenziale poiché legata al respiro e all’espressione di sentimenti ed emozioni, primaria per la nostra comunicazione ed interazione col mondo.La voce rientra nelle tre forme principali di espressioni insieme al movimento e agli occhi.
Siamo interessati in modo particolare alla voce poiché in essa, come sosteneva Lowen, ci sono le vibrazioni. Mentre usiamo i muscoli, anche quelli nella voce ci sono dei tremiti fisiologici, delle vibrazioni, ma sotto stress questi diminuiscono.
L’ assenza di vibrazioni indica presenza di stress, di un freno nel corpo o nella voce, una non autenticità. Assenza di tremiti, quindi è perdita di risonanza. Potremmo così dire: stress=freno=perdita vibrazioni, con conseguente monotonia di affetti e di sentimenti.
Per recuperare il proprio potenziale di autoespressione è importante acquistare il pieno uso della voce in tutti i suoi registri. Questo è uno degli obiettivi dell’analisi bioenergetica.
La voce è strettamente legata ai sentimenti. La sua liberazione comporta la mobilitazione di sentimenti repressi e la loro espressione nel suono.
Ciascun soggetto ha diversi suoni per diversi sentimenti: la paura e il terrore sono espressi in un grido, la collera in un tono alto ed acuto, la tristezza espressa con una voce profonda e singhiozzante, il piacere e l’amore in suoni morbidi e tubanti. Il terapeuta durante l’analisi dà molta attenzione alla voce e alle vibrazioni portando il paziente a riconoscere quello che realmente vuole esprimere con essa.
Si lavora principalmente col suono perché è più connesso al sentimento e meno soggetto al controllo dell’Io cioè alle performance che il nostro Io ci richiede. La voce quando è libera viene dal cuore ed in questo caso è reale ed esprime realmente i nostri sentimenti. L’ individuo, però, può avere tre zone del corpo, per quanto riguarda la voce, dove sviluppa tensioni croniche che formano anelli di contrazione che restringono il canale espressivo:
- la bocca: serrare la bocca per bloccare ogni comunicazione di sentimento; irrigidire la mascella per impedire ai suoni di uscire;
- l’articolazione del capo con il collo: area critica poiché di transizione tra controllo volontario e involontario.La faringe e la bocca sono nella parte anteriore, l’esofago e la trachea in quella posteriore. L’organismo ha controllo cosciente su tutto ciò che è in bocca e nella faringe, ma dall’esofago in poi il controllo è del sistema involontario. Questa zona ha un grosso valore dal punto di vista emozionale e psicologico ed in essa, spesse volte, si creano blocchi impedendo così la respirazione. Questo secondo anello, infatti, ha una funzione particolare: le mascelle possono chiudersi con estrema durezza come un ponte levatoio (come sosteneva Lowen) che non permette a niente di entrare, ma che al contempo esprime una segregazione anche per chi sta dentro. Un ponte levatoio della personalità in grado di controllare tutto il resto del corpo;
- articolazione tra collo e torace: le contrazioni avvengono a livello dei muscoli scaleni. Questo anello di tensione protegge l’apertura verso la cavità toracica e il cuore.
È importante, quindi, scoprire a che livello sono le tensioni croniche che non fanno esprimere e risuonare la voce vera e libera di ognuno di noi.
La risonanza della voce riguarda la nostra vita pre-natale poiché è nel grembo materno, già al quarto mese di gravidanza con la formazione dell’orecchio,che ogni essere umano scopre la possibilità della risonanza vivendone l’esperienza. Le radici dell’ascolto si hanno da dentro la pancia della mamma e come il feto ascolterà quello che ascolterà creerà le basi di come sarà il suo modo di percepire sé stesso e gli altri in futuro.
Da questo ogni individuo impara il desiderio o meno di comunicare, desiderio strettamente connesso a quanto si ha avuto la percezione di essere accolti. Anche il feto, in base alle sue percezioni e sensazioni potrà “sentire” (atteggiamento passivo) o “ascoltare” (investendo energia attiva nel processo di comunicazione col mondo esterno). Ascoltando, il piccolo ascolta-reagisce-esiste. Egli è protagonista della sua vita poiché c’è qualcuno che lo accoglie ed ha la percezione di essere voluto o meno e di essere in un ambiente confortevole.
Ascolto e orecchio sono i primi movimenti che si possono avere per far funzionare la voce nel modo migliore possibile, come veicolo di emozioni reali. Qualora, invece, ci sia stato un vissuto traumatico o stressante già in questi primissimi mesi di vita, si potranno vivere dei veri e propri buchi nella capacità di ascolto della voce con conseguenti stress e disfunzionalità future nell’espressione e nella comprensione delle emozioni proprie ed altrui.
Tramite l’esperienza pratica, eseguendo specifici esercizi di bioenergetica, alcuni dei quali proposti dalla dott.ssa Piera Sacchi a seguito della conferenza, si potrà imparare o migliorare la capacità di connettere tutto il corpo e sentirlo risuonare veramente. Tale esperienza di una percezione così profonda di sé stessi, derivante dal lasciar andare completamente la voce fino alla percezione della sua risonanza saranno fondamentali per entrare nell’ “Essere” imparando a sentirsi completamente e a gestire anche situazioni di grande stress.
Serena De Sisti