Pubblichiamo una poesia della vincitrice del Nobel per la Letteratura di quest’anno, la poetessa statunitense Louise Glück.
Il testo originale finisce con i bellissimi versi:
We look at the world once, in childhood. /The rest is memory.
In giardino c’era un melo –
e questo sarebbe
quaranta anni fa – dietro,
solo prati. Macchie di crochi
nell’erba umida.
Io stavo alla finestra:
fine aprile. Fiori primaverili
nel giardino del vicino.
Quante volte, davvero, quell’albero è fiorito
per il mio compleanno?
Proprio quel giorno, voglio dire,
non prima e non dopo? L’immutabile
che prende il posto di ciò che muta,
che evolve.
L’immagine che prende il posto
della terra inesorabile. Cosa so
di questo luogo,
il ruolo dell’albero per decenni
preso adesso da un bonsai, delle voci
che si levano dai campi da tennis –
Campi. Il profumo dell’erba alta, appena tagliata.
Quello che ci si aspetta da un poeta lirico, d’altra parte.
Guardiamo il mondo una volta sola, nell’infanzia.
Il resto è ricordo.
(trad. it. di Massimo Gezzi)