10 Settembre 2024
Quando ho cominciato a pensare a questo articolo, proprio intorno alla data del centenario della nascita di Franco Basaglia, avvenuta l’11 marzo del 1924, non immaginavo che sarebbe stato l’inizio di un tumultuoso viaggio nel tempo, che non è ancora terminato. Così questo breve scritto, che finalmente prende corpo, può essere definito una prima tappa del viaggio in questione. E’ stata questa presa di coscienza a convincermi a scrivere qualcosa prima che l’anno finisca.
Cerco di spiegarmi. Nel momento in cui ho cominciato a occuparmi della “questione Basaglia”, hanno iniziato ad arrivarmi addosso ondate di immagini e di ricordi riguardanti il tratto di storia in cui si è svolta l’avventura esistenziale di Basaglia, dal 1924 al 1980, anno della sua prematura morte a soli 56 anni. Tra l’altro, si era appena trasferito a Roma con l’incarico di coordinare i servizi psichiatrici della Regione Lazio. Da Venezia, dove era nato, a Roma, dunque, passando per Padova, dove aveva studiato, Gorizia e Trieste, dove era stato direttore di manicomio.
Aveva sperimentato il carcere nella Repubblica Sociale per attività antifasciste e ne aveva riconosciuto l’odore di miseria e di oppressione quando era entrato, per la prima volta, nel manicomio di Gorizia, come raccontava spesso. E lì, come primo atto, si rifiutò di firmare il registro delle contenzioni. E’ rilevabile in Basaglia, infatti, la stretta connessione tra la dimensione corporea dell’istituzione manicomiale, l’importanza dell’incontro con l’altro come persona, il tutto inserito in un contesto sociale, nella prospettiva di fedeltà alla Costituzione e ai suoi principi.
Da questa visione ho tratto il titolo del presente articolo ed è questo il taglio che do al mio contributo, che spero possa essere d’ispirazione soprattutto per le generazioni di psicoterapeuti/e bioenergetici venute dopo quella a cui appartengo. Per dare un’idea, io mi sono laureata nel 1979 e ho partecipato attivamente alla cosiddetta “stagione dei movimenti” di cui il movimento per la chiusura dei manicomi è stato parte. La legge che la sancì entrò in vigore nel 1978. Non credo sia di poco conto ricordare che la Società Italiana di Analisi Bioenergetica fu fondata nello stesso anno.
Quella stagione si chiuse traumaticamente negli anni Ottanta con la svolta neoliberista. Basaglia non fece in tempo a vederla, ma era già consapevole delle difficoltà che le istanze innovatrici avrebbero incontrato, sulla base anche di un’approfondita riflessione sulla condizione umana nel contesto neocapitalista, condotta in dialogo diretto con il filosofo francese Jean-Paul Sartre (1905-1980) e indiretto con il filosofo e politico italiano Antonio Gramsci (1891-1937).
Da Sartre Basaglia traeva, in particolare, l’attenzione alla dimensione del “pratico-inerte”, ovvero della complessità del rapporto tra soggettività e oggettività nonché tra momento rivoluzionario e momento istituzionale; da Gramsci traeva in particolare l’attenzione al rapporto tra teoria e prassi; sua, invece, era la definizione di “utopia della realtà”, un ossimoro che rinvia ancora una volta all’approccio dialettico all’esperienza umana condiviso con Sartre e Gramsci, esperienza presa tra forze opposte in un perenne equilibrio instabile. Visione che contraddistingue anche l’approccio teorico-pratico loweniano.
Il dialogo con Sartre fu importante anche perché il pensatore francese portava avanti una ricerca di integrazione tra la tradizione di pensiero fenomenologico-esistenziale e la tradizione marxiana, cercando di integrare l’esperienza soggettiva corporeo-relazionale con quella socio-politica.
In occasione del centenario della nascita di Basaglia, sono numerosissimi i contributi presenti sul web e nelle librerie, ad essi invito tutti/e a far riferimento, a partire dalle indicazioni bibliografiche che suggerisco. Con questo piccolo contributo spero di suscitare interesse per la “questione Basaglia” e sull’attualità di un dialogo tra gli anni in cui lui ha operato e i nostri tempi. Anche perché, dall’inizio del nuovo millennio, sembra che si stia acquisendo la prospettiva per fare un ponte tra quel passato e questo presente tale da favorire lo sviluppo della capacità di inventare il futuro.
Indicazioni bibliografiche
Basaglia F. (1967). Che cos’è la psichiatria?. Milano: Baldini-Castoldi, 2024.
Basaglia F. (2000). Conferenze brasiliane.Nuova edizione. Milano: Raffaello Cortina, 2018.
Basaglia F. (2005). L’utopia della realtà. Torino: Einaudi.
Basso L. (2016). Inventare il nuovo. Storia e politica in J.-P. Sartre. Verona: Ombre Corte.
Cospito G. (2015). Introduzione a Gramsci. Genova: Il Nuovo Melangolo, 2022.
Novello M. e Gallio G. (2023). Franco Basaglia e la psichiatria fenomenologica. Modena: Mucchi Editore.