di Christoph Helferich

Antonella Anedda

Macchina

Le dita sulla tastiera del computer schioccano

– solo più leggermente –

come un tempo la macchina per scrivere.

Era bello quel nome: macchina, ancora meglio

quando senza la c ritorna machina.

Impalcatura per un dio o un assedio,

ariete per abbattere le mura.

Rimandava a un arto di ferro, un ordigno

e un artiglio che ubbidiva al cervello.

Eppure non ha senso

rimpiangere il passato,

provare nostalgia per quello che

crediamo di essere stati.

Ogni sette anni si rinnovano le cellule:

adesso siamo che non eravamo.

Anche vivendo – lo dimentichiamo –

restiamo in carica per poco.

Da: Antonella Anedda, Historiae.

Giulio Einaudi Editore, Torino 2018.