La conferenza si è svolta in presenza, nella sede della Siab in Via Magna Grecia, lunedì 23 gennaio alle ore 19.30; il tema riguardava i cambiamenti all’interno della scuola durante il periodo del Covid, con un focus sull’esperienza personale dei partecipanti.
Inizialmente i partecipanti si sono disposti a cerchio, in modo da potersi guardare e tenersi in contatto l’uno con l’altro. Ci è stato richiesto di presentarci e raccontare brevemente al gruppo chi eravamo, come ci sentivamo in quel momento, e cosa ci aspettassimo dalla lezione.
A tal proposito vorrei confessare di aver provato un certo timore a parlare di me di fronte a un gruppo di persone sconosciute; la condivisione di sé può rivelarsi difficile per chi non è abituato. In ogni caso, sono rimasta piacevolmente stupita del feedback che ho ricevuto a seguito della mia presentazione, ovvero una sensazione di accettazione, accoglienza e assenza di giudizio.
I relatori ci hanno fatto svolgere poi una breve pratica di bioenergetica per scioglierci e per “attivarci”, tutto questo sempre molto relazionato al gruppo. Il riscaldamento consisteva nel sistemarci nella consueta posizione di radicamento (grounding), il quale, intuito da Alexander Lowen, descrive l’aderenza, dal punto di vista energetico, con la realtà. Allo scopo di avere un buon contatto energetico, è indispensabile che l’energia scorra liberamente verso le parti del corpo che sono a contatto diretto con il mondo esterno: organi di senso, braccia e mani, gambe e piedi, pelle e altri organi. Dopodiché abbiamo cominciato a respirare, emettendo un suono, per scaricare la tensione accumulata e al tempo stesso muoverci e scuoterci con tutto il corpo: braccia in alto, gambe come se “dovessimo scalciare”, piegare il busto, immaginare di afferrare qualcosa nell’aria ecc..
L’obiettivo di questi movimenti è proprio quello di sciogliere le tensioni muscolari croniche del corpo, a ristabilire quindi la naturale mobilità ed espressività dell’organismo, permettendo così di far affiorare alla coscienza le emozioni che hanno provocato questi blocchi e di restituire alla persona uno stato di naturale carica energetica.
A seguito della parte pratica, i relatori hanno riferito la loro esperienza rispetto all’evoluzione della scuola attraversando il periodo del Covid, nel quale si è percepita la grinta e la forza nel continuare con costanza l’attività, anche in modalità online, il cambiamento che ha subìto, e la grande influenza che ha apportato il mondo del teatro alla scuola stessa, sempre frequentata dai membri delle classi.
A supporto del racconto, i relatori hanno presentato un video che ha descritto e riprodotto le fasi e l’evoluzione della Siab. È stato molto emozionante il filmato e ho colto moltissima passione ed entusiasmo, una commozione che ho avuto il piacere di condividere con tutto il gruppo.
Questa trasformazione, avvenuta con l’avvento del Covid, ha portato una frattura iniziale e un forte cambiamento delle abitudini, ma anche una maggiore consapevolezza della loro stessa forza. Ho associato l’immagine di questo processo a un concetto molto profondo, che nasce dalla cultura giapponese con l’arte del Kintsugi. Il Kintsugi è una tecnica che consiste nel riparare gli oggetti rotti usando l’oro per rendere ancora più preziose quelle crepe: metafora della resilienza e di come di fronte alle difficoltà e sofferenze se ne può uscire più forti e più arricchiti che mai.
Personalmente apprezzo moltissimo questi momenti di condivisione e apertura che si costruiscono con le classi di bioenergetica. In una società in cui si richiede e si ricerca la perfezione, l’ottenimento rapido dei risultati, è sempre più difficile rimanere in contatto col nostro vero essere e tendiamo a dimenticarci chi siamo e cosa proviamo.
La maggior parte di noi è soprattutto in contatto con la propria testa, i pensieri e le opinioni, la propria immagine, identificandosi con questi aspetti. In generale si può constatare che viviamo molto nella testa e poco nel corpo, senza esserne consapevoli.
Confondiamo il pensare con il sentire. Anche quando vogliamo comunicare i nostri sentimenti, spesso in realtà è solo quello che pensiamo, il nostro punto di vista, che scambiamo con l’altro. Occorrerebbe imparare, soprattutto nelle relazioni più profonde o di coppia, a condividere anche il nostro sentire.
I pensieri non sono i sentimenti. Per entrare in contatto con i propri sentimenti, bisogna essere consapevoli innanzitutto delle proprie sensazioni sensoriali, ossia del proprio corpo. Ogni percezione sensoriale ha inizio con una percezione del proprio corpo.
La classe di esercizi bioenergetici è pensata per aiutare le persone ad entrare in contatto con il proprio corpo, la propria energia e la possibilità di sentire e modulare i propri processi energetici, consente l’integrazione tra corpo e mente, aiutando il soggetto a sciogliere i blocchi energetici e i meccanismi difensivi creatisi a livello fisico e psico-emotivo.
Clarissa Cardarelli, tirocinante post lauream.
Dottoressa in Psicologia Clinica e di Comunità.