Roma 17 gennaio 2022, 19.50-20.45. La conferenza si svolge interamente online e in diretta Facebook
Relatori: Gianluca Bondi, Massimo Borgioni, Gabriele Putelli
L’incontro è introdotto dal dott. Gabriele Putelli che ricorda, facendo riferimento al concetto di “funzione gerarchica della personalità”, come il complesso rapporto fra Io e corpo può essere compreso integrando due modi opposti di vedere la personalità umana.
Nello specifico si riferisce a due immagini (riportate nel libro “Bioenergetica” di Alexander Lowen) che rappresentano la personalità come un susseguirsi di dimensioni:
- Processi corporei;
- Emozioni e sentimenti;
- Pensiero;
- Io
Queste quattro dimensioni possono essere lette dall’alto al basso andando a costituire una piramide la cui base è rappresentata dai processi corporei. Capovolgendo la prospettiva possiamo trovare al vertice l’immagine di sé dell’Io seguita dal pensiero, dalle emozioni ed infine dal corpo. L’immagine conseguente è quella di una piramide rovesciata il cui vertice basso è rappresentato appunto dal corpo.
Questa prospettiva rovesciata, ricorda il dott. Putelli, è rappresentativa della cultura occidentale, nella quale diamo molta importanza all’immagine di sé e al pensiero a scapito del sentire le emozioni. Questa visione più si tende a dare energia all’immagine di sé più si cade in una trappola: attraverso il pensiero possiamo controllare tutto.
L’analisi bioenergetica, invece, tenda di invertire il flusso energetico, cercando di ripristinare la visione della piramide descritta in precedenza, dando maggiore importanza alle emozioni e ai processi corporei. Attraverso l’analisi bioenergetica cerchiamo di riappropriarci della dimensione emotiva e corporea che spesso nel processo della crescita va in retroscena. Come se attraverso questa ricerca ritrovassimo un grounding materno; un grounding che rappresenta una connessione con la terra, assumendo una posizione di radicamento con i piedi ben piantati al pavimento, per alleviare l’eccessivo controllo della mente.
In “Amore, sesso e cuore”, Alexander Lowen osserva che l’amore può essere inteso come un atteggiamento mentale o attività fisica, ma l’amore essenzialmente costituisce un’emozione, un processo fisiologico del corpo. Per Lowen, ricorda Putelli, l’appagamento dell’amore costituisce la più intensa sensazione di gioia che può sperimentare un individuo e che può connettere due persone che si dichiarano il sentimento dell’amore. Si verifica, quindi, una situazione in cui si riuniscono la dimensione corporea e quella mentale e quella dei sentimenti.
Lowen individua due sensazioni differenti nel vivere l’amore: un amore come riempimento del vuoto (sincero ma infantile) e legato a bisogni che sono stati creati nel passato dell’individuo., Aspirando a mantenere la persona amata legata a se, questo tipo di amore ha un connotato di disperazione. Una volta realizzato questo legame, l’individuo non può lasciare andare l’altro e il desiderio sessuale è meno appagante.
Un altro tipo di amore descritto da Lowen è inteso come pienezza, un amore che ha origine in una maturità maggiore, che non vincola l’altro e se stesso, favorendo così l’incontro, la connessione e l’appartenenza. In sintesi: perché un adulto si senta appagato, la mente, il cuore e i genitali devono trovarsi in un rapporto soddisfacente. L’appagamento provocato da una situazione di tale interezza è percepito con una maggiore intensità.
Esiste inoltre una notevole differenza tra il modo maschile e quello femminile di vivere la sessualità che proviene in ultima analisi dalla differente natura dell’orgasmo maschile e femminile.
L’orientamento maschile è rivolto al prendere, all’attrazione del corpo e di parti di esso.
L’orientamento femminile invece e più orientato alle dinamiche relazionali, all’accoglienza, al contenere e al trasformare.
La pulsione sessuale maschile concentra energia che parte dal cuore e si dirige verso il pene. L’organo maschile è esterno ed è volto ad una scarica della tensione esterna. Questo modo richiede controllo del corpo, potere e vigilanza ma richiede anche un grounding sessuale che passi attraverso il bacino in cui fluisca l’energia che ha origine nel cuore.
La pulsione femminile coinvolge l’interezza, inturgidisce le pareti interne della vagina e proprio perché interna è più spandibile a tutto il corpo. Anche in questo caso però, l’espansione avviene solo se il bacino è libero da vincoli muscolari e da blocchi, e se e se la persona è in grado di abbandonarsi all’altro e alla propria espansione corporea.
Nella seconda parte della conferenza prende la parola il dott. Borgioni, che propone una riflessione sul cuore e la sua connessione all’amore, non solo come legame simbolico ma anche come verità corporea.
Se l’amore è una forma di espansione verso l’esterno, il cuore svolge la funzione di guidare questa espansione pulsando il sangue dal cuore alla periferia del corpo. Se l’espansione di questa energia verso l’esterno non incontra ostacoli nella sua strada e viene accolta, genera forti sensazioni di gioia e apertura. Como noto, il fenomeno dell’innamoramento rappresenta la massima apertura possibile. Questa spinta porta a una ricerca di contatto verso la persona amata e il cuore diventa fonte di espansione e apertura.
L’amore, però, non sempre ci da piacere, molte volte provoca dolore. Quando il movimento di espansione energetica del cuore incontra un ostacolo, l’energia ritorna al cuore appesantendolo. Avere il “cuore pesante” non è soltanto un modo di dire; è una verità del corpo. L’energia torna dalla periferia al centro del corpo, e se questa esperienza di dolore è stata vissuta precocemente o in modo ripetuto può portare ad una stagnazione energetica che può sfociare in malattie cardiache (cardiopatie).
Il cuore, a causa di queste esperienze negative, viene come incapsulato in una gabbia, una metafora che ha un rispecchiamento nel corpo. Questa gabbia è rappresentata a livello somatico da anelli di tensione muscolare che separano il cuore dagli altri distretti corporei isolandolo. Anelli di costrizione che vanno dal collo alla vita in cui il cuore si trova in mezzo e viene isolato da mente e sessualità.
Con l’incapsulamento del cuore è come se si creasse una scissione all’interno della nostra personalità per cui tra il cuore e funzioni più adulte dell’Io si può generare una disconnessione. Disconnessione in cui l’impulso ad amare è attivabile solo dall’Io, un Io che però ha perso la connessione con la tenerezza del cuore. Si trasforma in una funzione solamente di tipo appropriativo.
Al contrario, se prevalgono le funzioni del cuore rispetto a quello dell’Io, facilmente l’adulto ama in una maniera infantile, e il cuore appare come un bambino che non ha l’accompagnamento dell’adulto. In questo caso è come se avvenisse la ricerca del genitore idealizzato al quale fondersi, e si parla perciò in questo caso di dipendenza affettiva.
Molti pazienti soffrono per questa scissione che spesso si manifesta nel non provare attrazione per il partner con cui esiste un legame di affetto, o provare attrazione solo per partner verso cui non si prova affetto.
Questa complessa polarità dell’amore adulto si può riassumere come l’insieme di un’esperienza di affermazione di se stessi (che richiede un Io dotato di grounding), che un’esperienza di abbandono (che richiede la capacità di arrendersi alla forza dei sentimenti).
Nella terza parte della conferenza, il dott. Gianluca Bondi affronta la tematica dal punto di vista della struttura del cuore, esponendo come la struttura fisiologica del cuore è funzionale agli obiettivi e alle funzioni dei processi energetici e comportamentali. Per la fisiologia, il cuore è solo una pompa con il compito di diffondere il sangue alla periferia del corpo; visione rifiutata da Alexander Lowen in quanto non comprende il comportamento e i sentimenti amorosi che motivano la sua funzione.
Nel feto, il cuore batte prima che si forma il cervello, e questo fatto fa intuire un originario senso di indipendenza del cuore dalla mente. Il battito è auto-generato; è il cuore a fornire ritmo alla nostra vita.
Il cuore pompa sangue nel corpo, riceve sangue privo di ossigeno e lo rimette in circolo con ossigeno (vita). Quindi il cuore è deputato all’essenziale sia in senso biologico che in senso emotivo: fornisce l’ossigeno attraverso cui il nostro corpo può vivere, ma anche il nutrimento dell’amore, fonte di vita della nostra sfera emotiva e relazionale.
Nella medicina cinese il cuore è paragonato ad un sovrano; tocca al cuore – se è connesso – prendere la decisione finale. In questo senso, un obiettivo centrale dell’analisi bioenergetica è recuperare l’ascolto del cuore.
Pierpaolo Ariano, Psicologo, tirocinante SIAB