Siamo molto contenti di presentare le riflessioni della nostra Presidente Patrizia Moselli su “Amore e Sessualità. Paura di vivere nella paura di amare”. L’articolo esamina, in un’attenta prospettiva loweniana, le vicende dell’amore nelle circostanze della “società liquida” di oggi. Buona lettura!
AMORE E SESSUALITÀ.
PAURA DI VIVERE NELLA PAURA DI AMARE.
Nella società liquida non c’è più scissione tra amore e sessualità. La scissione si è sostituita con una confusione tra piacere e scarica dell’eccitazione.
Nell’era moderna gli individui caratterizzati da fragili strutture narcisistiche, sembrano non tollerare più le sensazioni forti come il piacere e l’amore che sono vissute spesso come minacciose e quindi difficili da tollerare perciò può diventare impellente scaricare con atti compulsivi.
Le riflessioni sulla postmodernità hanno interessato molti autori di differenti aree disciplinari data la difficoltà di delinearne confini chiari e la velocità dei mutamenti in atto nella società contemporanea.
I cambiamenti scientifico-tecnologici, socio-politici ed etici incidono su tutti gli aspetti dell’esistenza umana e si riversano in termini collettivi. In questo contesto le ripercussioni sul modo di vivere le relazioni interpersonali è significativo ed evidente.
L’analisi sociologica dello studioso polacco Zygmunt Bauman descrive attentamente la variazione dei modelli culturali e della struttura e del comportamento sociale che determinano modelli comportamentali, relazioni, valori di riferimento e forme di comunicazione decisamente differenti da quelle passate.
I cambiamenti del mercato del lavoro e la frammentazione dei compiti, spiega Bauman (2001), hanno portato sempre più ad una esasperata affermazione dell’individuo, la società stessa si muove verso un processo di individualizzazione dei soggetti in cui prevale l’incertezza, la perdita di senso, e la liquidità dell’identità. La liquefazione è la metafora utilizzata da Bauman (2000) per descrivere la destrutturazione dei sistemi relazionali e delle istituzioni sociali, degli spazi comunitari e della soggettività minando gli aspetti che riguardano l’intimità e il rapporto individuo-comunità.
L’uomo postmoderno si trasforma da produttore a consumatore con profonde ricadute etiche: anche la forma e i contorni delle relazioni affettive si adeguano ai bisogni momentanei del consumatore attento all’indice di soddisfacimento piuttosto che alla costruzione del legame (Bauman 2012). Così il desiderio è tipico dell’uomo consumatore, attratto dai beni di consumo, mentre l’amore deve essere ancora riconosciuto come atto morale, come desiderio di prendersi cura e preservare l’oggetto della propria cura (Bauman 2012). La relazione nei tempi del social network diventa “connessione” e il senso di appartenenza, desiderio indiscusso dell’uomo, si esplica nello spazio virtuale che acuisce e dissimula il vuoto lasciato dall’affievolirsi dei rapporti umani: “le relazioni virtuali” sono ad alta velocità, facili da iniziare e finire, facili da usare se paragonate con il pesante, confuso materiale delle “relazioni reali” (Bauman 2012).
In questo contesto vediamo come sia ancora molto difficile integrare, nella relazione con l’altro, l’amore alla sessualità. Una possibile integrazione di questi due aspetti deve poter considerare il recupero e la riunificazione della corporeità all’affettività, considerando la complessità di una relazione che vuole tornare ad essere reale, nella quale il legame di coppia si costruisce insieme; una storia che parte dalla realtà e non vive nell’idillio: così in una società con una morale sessuale più libera traspare il bisogno di poesia e non più solo di sesso, che nasce da un venirsi incontro e scontrarsi, fatto di alti e bassi e molteplici sfumature (Biondi 2013).
Dopo tutto il significato dell’atto sessuale, spiega Lowen, è direttamente proporzionale alla quantità di amore che due persone vi investono determinando il senso di appagamento e piacere che, diversamente, sfocerebbe in un mero sollievo dato dalla scarica dell’eccitazione. Il concetto dell’appagamento e del piacere, trattati nel paradigma bioenergetico, rappresentano uno spunto molto forte ed attuale rispetto le problematiche che caratterizzano la nostra società: l’esperienza del vero piacere sensibilizza i nostri corpi, ci connette agli altri e alla realtà (Lowen 1970).
Shortbus, film provocatorio scritto e diretto da John Cameron Mitchell, descrive perfettamente la ricerca spasmodica del piacere ma anche la confusione che caratterizza i nostri percorsi del desiderio nella nostra epoca: l’autore segue le peripezie erotiche e sentimentali di un gruppo di personaggi emblematici della New York di oggi che si incontrano allo Shortbus, locale notturno fuori dalla legge e dalle convenzioni, dove si mescolano sesso, arte e politica: il raggiungimento dell’orgasmo rappresenta il punto di contatto profondo con l’alterità; in un primo momento le persone si incrociano ma senza incontrarsi, nel brusio e nei rumori distorti di fondo che spesso rappresentano l’epoca moderna e, dopo la scarica sessuale qualcosa si trasforma.
Nel pensiero di Reich e di Lowen ritroviamo la centralità della scarica sessuale come antidoto rispetto alla sessualità e all’amore a tutto ciò che è distruttivo e ci minaccia nella nostra attualità. Si considera l’orientamento sano verso il piacere e l’appagamento sessuale uno spunto di riflessione essenziale per una visione più profonda dei processi di attaccamento e su cosa significa sostenere e sviluppare nel bambino e nell’adulto un’apertura alla vita e all’intimità della relazione, consapevole e senza paura.
Proprio Lowen identifica nel “riflesso dell’orgasmo” la capacità più generale ed ampia di provare piacere, espressa con un senso di accresciuta vitalità e gioia di vivere nell’organismo superando la dicotomia mente-corpo e amore-sessualità (Lowen 1988). Questa integrazione determina l’esistenza di una sessualità funzionale che permette alla persona di sentire il suo corpo ed esprimere liberamente i sentimenti connessi ad esso, di costruire relazioni significative e aprirsi all’esperienza e al raggiungimento dei propri obiettivi.
Bloccare lo sviluppo di una sessualità sana distrugge il piacere fisico, induce la persona ad atteggiamenti disfunzionali e autodistruttivi nei quali vi è una ridotta sensibilità, capacità di esprimersi, e una diminuzione del potenziale creativo lasciando un senso di grande frustrazione, inadeguatezza ed incapacità: l’atto sessuale in cui non vi è connessione con l’altro, lascia il cuore freddo e distaccato, e si traduce nell’espressione di sentimenti vari e contrastanti nei confronti dell’altro, compresi il sadismo e il disprezzo (Lowen 1988).
Così la sessualità costituisce il core della forza vitale ed è organizzata da precoci eventi relazionali.
La sessualità umana è fondamentalmente radicata e riceve l’impatto della relazione dei genitori con la forza vitale del bambino. I principali esponenti dell’Infant Research hanno ampiamente dimostrato il potente impatto che la sintonizzazione materna, o la sua mancanza, possono avere sull’attaccamento del bambino e sulla generale sensazione di appartenenza nella diade madre-bambino (Stern 1985, Tronick 1989).
Allo stesso modo una relazione sessuale sana del bambino con ognuno dei genitori, caratterizzata da vissuti di sicurezza, amore, piacere, accettazione, nutrimento della forza vitale, rispetto profondo dell’unicità dell’altro e dal modello di relazione reciproca tra i genitori è alla radice di una sessualità adulta sana. (Tuccillo, 2006). Si delinea come la sessualità del bambino, dal punto di vista dello sviluppo, emerge lungo un sentiero di consapevolezze crescenti di sentimenti di amore, sensazioni corporee e percezioni psichiche di eccitazione e piacere. Il bambino deve poter espandersi con eccitazione e passione e, allo stesso tempo, sentire un sottostante profondo sentimento di sicurezza, dal momento che paura o ansia possono schiacciare o per lo meno trasformare negativamente le possibilità di sentimenti e possibilità di espansione: sicurezza vuol dire anche contenimento, attenzione disciplinata ai confini, un ambiente capace di dare sostegno.
In un contesto di questo tipo il bambino può esprimersi ed il genitore è lì per vedere, comprendere, sostenere, rispondere con sintonia alla capacità del bambino. Questa esperienza di essere al sicuro nell’esperienza e nell’espressione è fondamentale per la costruzione dell’abilità adulta di intimità: sentirsi al sicuro nel conoscere i propri veri sentimenti, nel condividere se stesso attraverso l’espressione o i propri sentimenti, sono chiavi per lo sviluppo della capacità di intimità. Sentirsi al sicuro nella relazione è il principale e cardinale elemento che promuove una crescita sana.
Quella sicurezza è sperimentata somaticamente come terra, come libertà di respirare e di sperimentare il respiro aprendo il corpo a morbide onde di sensazioni e sentimenti. L’amore è il secondo importante elemento fondamentale che permette lo sviluppo di una sessualità sana nel bambino. Il bambino deve essere in grado di amare se stesso, il suo corpo e la sua esperienza dei sentimenti, e può fare questo solo fino al punto in cui riceve amore genuino dai suoi genitori.
L’amore è apertura e tenera, empatica resa del cuore all’altro. Un rispetto e una sintonizzazione genitoriale per la capacità di accettazione nei propri figli porrà le fondamenta per la sicurezza in sé del bambino, il rispetto di sé e la capacità di lasciarsi guidare dalla propria intuizione di cosa nutre il suo benessere: possiamo vedere il rispetto di sé e l’auto-accettazione nella posizione radicata del bambino piccolo, nel suo stare dritto, nel modo di muoversi dignitoso, nel modo appassionato di mettere a fuoco e nel contatto diretto degli occhi. Il sostegno all’espressione dell’amore e dell’eccitazione del bambino può essere fornito solo con ricettività radicata, rispetto profondo dell’unicità dell’altro, in modo che il bambino possa andare nel mondo sapendo che il suo amore, la sua eccitazione sessuale ed il suo desiderio sono un vero dono per l’altro. L’orientamento e l’educazione al piacere sostengono un obiettivo interno e la capacità di seguire il sentiero del corpo verso il piacere, per esplorare tutti i suoi aspetti e possibilità: la sessualità è un’avventura di piacere, un viaggio di esplorazione e scoperta.
Così abbiamo visto come le relazioni caratterizzate dall’amore, nelle quali è possibile sperimentare l’integrazione dell’aspetto sessuale, costruiscono il piacere, fonte da cui scaturiscono tutti i nostri sentimenti e pensieri; viceversa le relazioni distruttive o sadiche possono determinare solo una gratificazione superficiale, un sollievo.
Si è sottolineata l’importanza di una relazione caratterizzata dall’amore fin dall’infanzia, nella diade madre-bambino e nel rapporto con le figure genitoriali, come funzionale per lo sviluppo di una sessualità adulta sana: un individuo che si è sentito amato, sostenuto, accettato, contenuto e libero di esprimersi da bambino, da adulto è aperto all’esperienza, sente il proprio corpo e i sentimenti connessi ad esso, ha la capacità di esprimere i sentimenti e il piacere, di stringere relazioni significative e di fare i movimenti adeguati per raggiungere i propri obiettivi nella vita.
Quindi diventa estremamente importante comprendere l’esperienza sessuale del bambino nello sviluppo: il bambino in questa fase sta sbocciando, evoca nei genitori sentimenti potenti; essi possono essere sessualmente eccitati, ostili o denigranti a seconda delle loro esperienze sessuali da bambini, e questa situazione, generalmente, spinge il bambino a tagliare fuori o sopprimere le proprie sensazioni sessuali per evitare vergogna, umiliazione e abuso e a reprimere la memoria di questi traumi per mantenere qualche grado di salute.
Il pensiero e la genialità di Lowen risiedono proprio nel saper leggere e riconoscere nel corpo le caratteristiche precedentemente descritte: il terapeuta attento può leggere nel corpo le distorsioni che si strutturano a causa dei meccanismi di difesa, come la scissione tra la parte superiore ed inferiore del corpo, la mancanza di un pieno sviluppo del bacino, la pesantezza esagerata nella parte inferiore del corpo (Lowen 1994). La difesa è una struttura di superficie; i bisogni non riconosciuti e il trauma che produce la difesa sono spesso veramente accaduti: il modello positivo e il nutrimento non c’erano mai, non erano mai disponibili.
In questo caso la sola possibilità di riparazione è la relazione terapeutica. Quando l’educazione dei genitori è manchevole, il terapeuta deve riflettere sulle modalità con le quali affrontare il discorso della sessualità nel setting psicoterapico, dove molto spesso viene medicalizzata o evitata se non addirittura agitata o abusata.
Negli ultimi anni l’approccio bioenergetico ha sviluppato alcune riflessioni rispetto a come avvicinarsi ad un terreno così intimo ed “insidiato dalla vergogna” nel trattare della sessualità dei pazienti. Si è visto, con i pazienti che sperimentano un comportamento sessuale problematico e in particolare compulsivo, come sia efficacie utilizzare un paradigma che guardi ai comportamenti sessuali come ad un modo per elaborare i traumi e i deficit infantili (Guest 2006); è importante, inoltre, riportare nel setting gli aspetti, esposti precedentemente, della relazione caratterizzata dall’amore senza dimenticare come nella relazione terapeutica siano presenti, effettivamente, due corpi e due storie di sviluppo sessuale includendo possibilità differenti come rifiuto, seduzione o frustrazione (Hilton 1987).
Un ruolo centrale è ricoperto dalla capacità empatica e di sintonizzazione corporea, confermate dalle ricerche di brain storming, per lo sviluppo dell’attaccamento dei bambini e per ogni processo terapeutico (Resneck-Sannes 2002). Infine si sottolinea l’importanza del riconoscimento, da parte dei terapeuti, del contenimento applicato all’impulso sessuale per promuovere un’attività sessuale soddisfacente come azione integrata di testa, cuore e genitali (Lowen 1988). Questi sentieri, che riprendono quello originale di Lowen, ci mostrano come muoversi nella vita senza aver paura; suggeriscono ai terapeuti come sia possibile contenere tutto questo attraverso una costante attenzione alla propria realtà corporea, la regolazione emotiva di questa realtà e ricordandoci come, nel processo psicoterapico corporeo, la risonanza empatica è anche una risonanza corporea.
BIBLIOGRAFIA
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FILMOGRAFIA
Mitchell, J.C. (2006), Shortbus, USA.
Patrizia Moselli, Psicologa, Psicoterapeuta. International trainer e membro della Faculty dell’IIBA (International Institute for Bioenergetic Analysis), Presidente della Siab (Società Italiana di Analisi Bioenergetica) e Past President della Fiap (Federazione Italiana Associazioni di Psicoterapia). Formata e senior trainer anche nell’approccio centrato sulla persona. Autrice di libri e articoli per numerose riviste.