da redazione SIAB | Ott 23, 2020 | Articoli, scuola specializzazione bioenergetica
Lo Psicologo, al termine del percorso di studi universitari in Psicologia, si trova di fronte a molteplici scelte formative ed approcci terapeutici. Orientarsi tra le varie specializzazioni in psicoterapia non è semplice. Come scegliere la propria strada? E perché scegliere una specializzazione in Analisi Bioenergetica.
Cercando di aiutare gli Psicologi e i Medici a scegliere l’iter formativo più adatto alle loro propensioni, alla loro preparazione e alla voglia di approfondimento, dedichiamo un ciclo di interviste in cui i nostri specializzati raccontano la propria esperienza e il perché si sono avvicinati alla scuola di psicoterapia in analisi bioenergetica, nello specifico le motivazioni che hanno spinto a scegliere la SIAB.
La S.IA.B. Società Italiana di Analisi Bioenergetica è la prima società di psicoterapia a indirizzo bioenergetico fondata in Italia da Alexander Lowen, già nel 1978.
Dal 1998 la SIAB è riconosciuta come Scuola di specializzazione post-laurea in psicoterapia dal M.I.U.R. (Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica).
La scuola di psicoterapia in analisi bioenergetica offre un percorso formativo di 4 anni, un programma di studi intenso che prevede oltre all’attività accademica anche un approfondimento pratico, attraverso il tirocinio, e di formazione personale attraverso la psicoterapia individuale. Al termine del percorso si ottiene la qualifica di Psicoterapeuta ad indirizzo Bioenergetico.
Gli elevati standard formativi sono da sempre garanzia di serietà e professionalità così come il livello di pratica clinica, etica e didattica in conformità agli standard approvati dalI’I.I.BA,
I.I.B.A – International Institute for Bioenergetic Analysis. La SIAB, oltre ad essere affiliata all’IIBA ha ricevuto la denominazione di Società Matura, grazie all’estesa esperienza, agli elevati standard qualitativi delle diverse attività della Società e alla relazione di fiducia e cooperazione con l’I.I.B.A stessa.
La S.I.A.B. è inoltre membro attivo della F.I.A.P. Federazione Italiana di Associazione di Psicoterapia e della A.I.P.C. Associazione Italiana Psicoterapie Corporee e della E.A.B.P. European Association for Body Psychotherapy
Il racconto della dott.ssa Vittoria Moselli
In questa intervista la dott.ssa Vittoria Moselli ci racconta il suo approccio all’Analisi Bioenergetica e perché ha scelto di frequentare il corso di specializzazione proposto dalla S.I.A.B.- Società Italiana di analisi Bioenergetica.
Vittoria Moselli è Psicologa, Psicoterapeuta, specializzata in Analisi Bioenergetica, counselor e conduttrice di classi di esercizi di bioenergetica. Ha collaborato per alcuni anni con il CAV, Centro Antiviolenza del Comune di Napoli, fornendo sostegno psicologico alle donne. Si è occupata di sostegno alla genitorialità, svolgendo cicli di incontri di accompagnamento alla nascita.
Perché hai scelto la SIAB?
Ho conosciuto l’Analisi Bioenergetica in un momento abbastanza critico della mia vita; era un momento in cui mi sentivo molto confusa, mi sentivo persa, e non riuscivo più a capire quali fossero le giuste scelte da compiere rispetto alla mia vita e al mio futuro. In quel periodo avevo ricevuto, in regalo, alcuni libri di Alexander Lowen: incominciai a leggerli, e qualcosa, di quelle letture, mi colpì profondamente. In quelle pagine ho trovato e provato qualcosa di emozionante: non stavo leggendo semplicemente dei libri di teoria. Da subito il modo di scrivere di A. Lowen, la sua umanità, mi hanno colpito molto; ed è nata in me la curiosità di conoscere meglio e sperimentare il suo approccio psico-corporeo, quello dell’Analisi Bioenergetica, appunto.
Conoscevo già la SIAB, di cui fa parte una persona della mia famiglia, ed ho deciso di cominciare lì il mio corso di formazione per diventare psicoterapeuta e analista bioenergetica.
Quali sono state le tue prime impressioni?
Le mie prime impressioni sono state positive: il percorso formativo è iniziato con un intensivo di 5 giorni, quindi in full immersion. Fin da subito mi ha piacevolmente sorpresa l’attenzione rivolta al lavoro su di sé, che, a mio avviso, è fondamentale per un terapeuta. Poi, mi ha stupito l’approccio corporeo, l’uso del corpo in psicoterapia, perché nella formazione universitaria non c’era niente di simile; avevo incontrato altri approcci, come quello cognitivo e sistemico, e psicoterapie di altro orientamento.
Com’è stato il percorso?
Quando penso al mio percorso, penso a quegli anni come “anni speciali”.
Gli anni del training in SIAB sono stati ricchi di esperienze e di emozioni, che mi hanno formato, non soltanto dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista personale. E’ stata un’esperienza di vita piena, nella quale ho avuto la possibilità di confrontarmi con tanti aspetti di me, anche grazie al lavoro in gruppo; gruppo, tra l’altro, ancora molto presente in me e al quale riconosco l’importanza di avermi fatto “crescere” molto.
Cosa suggeriresti ad uno studente di Psicologia?
Ad uno studente di psicologia, oggi, suggerirei di essere aperto e curioso, di esplorare e andare oltre ciò che viene solitamente proposto; gli suggerirei di ascoltare sempre sé stesso, ciò che lo emoziona e lo colpisce, perché credo che le scelte migliori siano quelle in cui rispettiamo noi stessi, i nostri desideri e i nostri bisogni. E poi, consiglierei di lavorare tanto su di sé, e continuare a farlo sempre; proprio perché lavoriamo con le persone e anche noi stessi siamo persone, credo sia importantissimo non smettere mai di studiare e di esplorare i propri vissuti.
Quali sono stati gli sviluppi della tua attività clinica?
Per quanto riguarda la mia attività clinica, oggi posso dire di essere molto soddisfatta, perché faccio ciò che ho sempre voluto fare, ovvero la psicoterapeuta. Sperimento la bioenergetica tutti i giorni, nel mio studio, con i miei pazienti, constatando l’importanza, ma anche la forza, del lavoro corporeo nell’ambito di una psicoterapia. Lavorare con il corpo è importantissimo anche per me: mi permette di centrarmi, sentirmi veramente presente nella seduta, essere più consapevole delle mie sensazioni. Questo aspetto è fondamentale perché, anche quando ho lavorato in ambiti diversi dalla psicoterapia, nei quali non era possibile proporre un lavoro col corpo, sapevo e sentivo di essere in possesso di strumenti validi che mi aiutavano ad essere maggiormente in contatto con l’altro; perché il corpo c’è sempre, con il respiro, con lo sguardo, con la postura, e porvi attenzione è importante, sempre.
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