Sembra che negli ultimi anni, essere single sia diventata quasi una nuova corrente di pensiero sentimentale. Che ossimoro, pensiero e sentimento. Ma se andassimo oltre a quella che è la più comune visione del single come egoista, immaturo, antisociale o inadatto, scopriremmo molti modi di essere single e infiniti modi di stare insieme
Essere single a volte è uno scudo, direi quasi una misura preventiva. Una sorta di corazza contro la paura di essere visti davvero, per proteggere il proprio essere fragili, vulnerabili e bisognosi di amore. Lo siamo tutti sapete? Ma crea vergogna ammettere di avere bisogno dell’altro. Preferiamo ostentare un’immagine di noi attiva, operativa e funzionante.
Puntiamo sul lavoro, sulle relazioni amicali, su capacità e competenze. Ci rivolgiamo con più difficoltà al bisogno di intimità, quello del bambino interiore, di essere riconosciuto, accudito e in contatto amoroso con l’altro. Essere single è un po’ la tenera illusione di non dare all’altro la possibilità di ferirci o tradirci.
Ma se accantonassimo il pregiudizio del single triste, introverso e solitario, troveremmo una gran percentuale di single appagati e sereni. Per molti condividere la vita con un compagno basta per dirsi felice e non trovare l’amore invece è visto come un fallimento.
La vita di coppia è l’espressione di un impegno profondo verso un’altra persona; alcuni ne hanno bisogno e la ricercano per tutta la vita, altri ambiscono all’indipendenza emotiva. Per molti invece la relazione amorosa è un limite; avere un partner stabile non è garanzia di completezza e pienezza.
Trovo emotivamente onesto, rispettoso e sano, non entrare in una relazione se non ci si sente pronti e disposti a scendere a compromessi con l’altro. Essere single non significa rifiutare l’amore, non conoscerlo e non sentirlo. Significa che si sta ancora imparando a stare in relazione con sé stessi, significa amare la propria libertà individuale.
Significa scegliere altri infiniti modi di amare e sentirsi amati. Ci si può sentire completi anche a metà, senza l’urgenza fusionale con l’altro da noi. Penso all’amore per la propria famiglia, per i propri amici, per quei rapporti di intima connessione intellettuale e spirituale o semplicemente per le proprie passioni.
Abbiamo tutti bisogno dell’altro, che ci faccia da specchio e ci rimandi l’immagine di chi siamo, ma si può stare al mondo con discreta serenità anche senza dividere il letto ogni notte con qualcuno.
Eppure, conosco non pochi single di testa, ma innamorati col cuore. Penso alla bellissima occasione che questa quarantena da COVID-19 ci sta regalando. L’occasione di ascoltarci sinceramente e porci delle domande.
A chi pensi, quando ascolti quella canzone che non puoi toglierti dalla testa? Con chi vorresti apparecchiare la tavola? A chi vorresti raccontare di te? Di chi ti stai preoccupando? A chi pensi quando guardi la metà vuota del letto?
…”e quanto ci costa, aver scelto di vivere soli a metà“?